sabato 22 marzo 2014

Due religioni non egemoniche

In quest'articolo affermo che gli eteronormativi hanno ammesso di non essere egemonici dal momento in cui hanno fatto di tutto per bloccare ogni sorta di educazione sessuale nelle scuole.

La mia opinione (almeno) è infatti che l'egemonia abbia bisogno di un elemento soggettivo - la fiducia nelle proprie idee e nella capacità di renderle di valore universale.

Per rifarsi alla situazione che ha dato vita al concetto di egemonia, la lotta di classe, una classe sociale per essere egemone non deve convincere solo le altre di meritare di dirigerle, ma deve anche essere convinta essa stessa che la propria ideologia vada sviluppata, divulgata e propagata perché essa è il miglior argomento a sostegno del proprio ruolo dirigente nazionale, mondiale, universale.

La maggior parte di coloro che si oppongono all'educazione sessuale nelle scuole si rifanno alla chiesa cattolica apostolica romana, ed al suo insegnamento; nel momento in cui si mostrano convinti che non sia possibile discutere della sessualità nel modo laico che si confà ad una scuola pubblica, e dimostrare la validità dell'insegnamento morale cattolico (se ne fossero sicuri, promuoverebbero l'educazione sessuale anziché ostacolarla), fanno perdere alla chiesa la battaglia per l'egemonia a tavolino.

Quello che in queste condizioni può avere la chiesa cattolica apostolica romana è solo dominio, ovvero una supremazia che non è basata sul libero assenso.

Più complicato è il caso dell'ebraismo ortodosso. Secondo questa pagina, già citata qui, è vietato insegnare la legge ebraica ai non ebrei di ogni genere ed alle donne ebree; la principale eccezione è data dai doveri che la legge ebraica impone anche a queste persone: se una persona deve osservare delle norme, bisogna spiegargliele.

L'ebraismo ortodosso, al contrario del cristianesimo e dell'islam, non aspira a diventare l'unica religione dell'umanità; aspira semmai ad avere un ruolo dirigente dell'umanità, ed a convincerla ad adottare le "Mitzwot Bney Noa7 = Precetti dei figli di Noé".

E le parti della legge ebraica che riguardano esclusivamente gli ebrei di sesso maschile? Non è lecito insegnarle a chi non appartiene alla categoria, perché fanno parte del rapporto privilegiato tra Israele ed il suo Dio - ma sottrarle all'insegnamento ed alla discussione pubblica le toglie dalla lotta per l'egemonia.

Gramsci amava il gioco del calcio, e perciò avrebbe apprezzato (immagino) questo paragone: la squadra non si iscrive a nessun campionato e non può perciò vincerne uno. Non è possibile verificarne le qualità atletiche.

Le "mitzwot bney Noa7" citate non si basano su quello che in altre tradizioni di pensiero viene chiamato "diritto naturale", ovvero su una riflessione razionale sulla natura ed i bisogni dell'uomo, ma sono comunque basate sulla Rivelazione - per credere che l'Eterno abbia imposto agli esseri umani in genere, nel periodo tra Adamo e Noé, questi precetti, occorre credere alla Torah rivelata a Mosé sul Sinai.

Sebbene gli ebrei incoraggino lo studio e la riflessione da parte dei non-ebrei di codeste "mitzwot", tali attività vengono fortemente limitate dal divieto di approfondirne la base ultima - la Torah.

Sempre per tornare alla situazione che ha dato origine al concetto di egemonia, nessuno si oppone invece a che un "proletario" studi le basi ideologiche dell'egemonia della "borghesia" in un regime capitalistico - qualsiasi "borghese" lo apprezzerebbe, e questo è un atteggiamento egemonico.

Non accade questo per l'"halakhah = legge religiosa ebraica". Accettare le "mitzwot bney Noa7" non vuol dire quindi riconoscere l'egemonia ebraica (questo riconoscimento è per definizione un libero assenso di un intelletto che ha potuto approfondire ciò che infine approva e vagliare tutte le alternative), ma sottomettersi al dominio ebraico.

Maimonide (rimasto in questo minoritario) esigeva che tutti i non ebrei viventi in "Eretz Yisrael = la Terra d'Israele da Dio promessa" fossero dei "bney Noa7"; questo non aveva solo valenza religiosa (le "mitzwot bney Noa7" vietano l'idolatria ed il sesso non procreativo, tra le altre cose), ma anche culturale e politica: il "ben Noa7 = figlio di Noé" dichiara la propria subalternità all'ebraismo ortodosso, pur non essendo quest'ultimo in grado di essere egemone per i motivi suesposti.

Gli intellettuali e gli scienziati ebrei hanno dato all'umanità un contributo molto superiore alla loro proporzione nella popolazione mondiale - ma è proprio perché hanno accettato il confronto (il sale della vita scientifica ed intellettuale) con i colleghi non ebrei che hanno potuto validamente lottare per l'egemonia e vincerla.

Raffaele Ladu
22 Febbraio 2014

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